mercoledì 21 settembre 2011

Premi RC Auto: Confartigianato carrozzieri chiedono riforma dell'indennizzo diretto.

Confartigianato informa….

Premi Rc Auto sempre più alti.

I Carrozzieri Confartigianato chiedono riforma dell’indennizzo diretto

Anche l’Antitrust conferma necessità di riforma. Con l’obbligo del risarcimento diretto i costi aumentano e diminuisce libertà dei consumatori

Subito la riforma dell’attuale sistema del risarcimento diretto previsto dal Codice delle Assicurazioni Private. La chiede l’Associazione Nazionale Carrozzieri di Confartigianato che sottolinea: “Anche il Presidente dell’Antitrust Antonio Catricalà ha confermato, nella sua Relazione annuale di pochi giorni fa, quanto denunciamo da tempo, vale a dire il sostanziale fallimento del meccanismo dell’indennizzo diretto, e ha richiamato la necessità di intervenire con una riforma di sistema che rilanci la competizione tra imprese e riduca i costi per i consumatori”. Secondo l’Associazione Nazionale Carrozzieri, a quattro anni dalla sua entrata in vigore nel febbraio 2007, la procedura di risarcimento diretto in caso di incidente automobilistico (cioè l’obbligo di richiedere l’indennizzo alla propria assicurazione) prevista dal Codice delle Assicurazioni Private ha fallito l’obiettivo di ridurre i premi delle polizze RC Auto. Infatti, dal 2009 al 2010 si sono registrati aumenti del 15% dei premi assicurativi, con punte del 25% per gli autoveicoli e del 35% per i motocicli. Come se non bastasse, i tempi di liquidazione dei danni si sono allungati. L’Associazione dei Carrozzieri di Confartigianato chiede pertanto che vengano posti all’ordine del giorno e discussi i due Disegni di legge presentati alla Camera e al Senato per modificare l’attuale sistema del risarcimento diretto previsto dal Codice delle Assicurazioni Private. I carrozzieri chiedono che i cittadini siano liberi di scegliere la procedura del risarcimento diretto, sia nella fase giudiziale che in quella stragiudiziale, oppure di richiedere l’indennizzo all’assicurazione del responsabile del danno.

Inoltre sollecitano l’abolizione del rimborso ‘in forma specifica’ che permette di ottenere la riparazione gratuita dell'auto attraverso officine convenzionate con la propria compagnia. Anche in questo caso, secondo le tre Associazioni, i cittadini devono avere il diritto di scegliere il carrozziere di fiducia per la riparazione dei danni. Le norme sollecitate dai Carrozzieri di Confartigianato eviterebbero il rischio che si concretizzi un abuso di posizione dominante da parte delle assicurazioni. Secondo l’Associazione, infatti, oggi le compagnie assicurative decidono le tariffe delle polizze RC auto, possono imporre da chi far riparare l’auto incidentata, condizionano l’importo del risarcimento, condizionano le tariffe orarie che devono applicare le officine, intervengono nella determinazione dei tempi di riparazione.

Tutto ciò viola i principi di libero mercato e di libera concorrenza tra le imprese di autoriparazione, con il rischio reale di una mancanza di tutela dei diritti dell’assicurato dal punto di vista della qualità ed affidabilità della riparazione, elementi indispensabili ai fini della sicurezza stradale. Le storture del sistema del risarcimento diretto – fanno rilevare i Carrozzieri di Confartigianato - sono dimostrate anche dalle numerose denunce presentate dall’Isvap (l’organo di controllo delle assicurazioni) all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato e dal crescente numero di multe che l’ISVAP ha comminato alle compagnie di assicurazione per accertata scorrettezza nei procedimenti liquidativi e della maggior frequenza dei casi di contenzioso. Senza dimenticare che la Corte Costituzionale, con la sentenza n. 180/2009 e l’ordinanza n. 154 del 26 aprile 2010, si è espressa a favore della “facoltatività” del sistema di risarcimento diretto dei danni in caso di incidente automobilistico.

sabato 17 settembre 2011

Confartigianato Autoriparatori: incontro a Latina.


Venerdì 23 Settembre 2011 – ore 19.00

AUTORIPARATORI: QUALI PROSPETTIVE ?

QUALI ESIGENZE ?

Incontro in “Confartigianato Imprese Latina”

Venerdì 23 Settembre prossimo, alle ore 19.00, presso i locali della Confartigianato di Latina, Via Sante Palumbo n. 38 – zona P.le Carturan, si terrà un incontro per il comparto degli autoriparatori (gommisti, meccanici ed elettrauti), per presentare i nuovi “finanziamenti agevolatiper le imprese artigiane del settore, lo Sportello Artigiancassa e informare sulla riforma PFU (pneumatici fuori uso) e sui contratti di lavoro per i propri dipendenti.

Con questa iniziativa, Confartigianato vuole analizzare le problematiche della categoria per una azione politico-sindacale sul territorio. In questo momento di difficoltà, gli operatori devono essere sempre più supportati e affiancati e le istituzioni, anche locali, devono dare risposte concrete.

Per informazioni contattare gli uffici provinciali della Confartigianato al numero 0773.666593.

Manovra economica: negoziabile il bonus del 36% sulle ristrutturazioni

"Confartigianato informa"...

Manovra economica: negoziabile il bonus del 36% sulle ristrutturazioni

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La detrazione 36% potrà restare, in caso di compravendita, al venditore dell’abitazione sulla quale sono stati effettuati lavori di manutenzione o ristrutturazione agevolati. E’ quanto prevede l’articolo 2, commi 12-bis e 12-ter della Manovra bis (Dl 138/2011) che è stata approvata ieri sera alla Camera in via definitiva.

La norma prevede, infatti, che “le detrazioni possono essere utilizzate dal venditore o essere trasferite per i rimanenti periodi d’imposta all’acquirente”. Il venditore avrà quindi la possibilità di cedere le detrazioni nel contratto di compravendita, diversamente dalle norme precedentemente in vigore che stabilivano che le detrazioni, non utilizzate in tutto o in parte dal venditore, spettavano all’acquirente dell’unità immobiliare. Ora tale questione potrà essere trattata nel contratto di compravendita e, qualora non sia presente nel contratto alcun riferimento alla volontà delle controparti, si intende che le detrazioni restano in capo al venditore.

A breve l’Amministrazione dovrebbe emanare specifiche disposizioni in proposito. Anche nell’eventualità che ciò non avvenga, premesso che la norma non rimanda a successive regolamentazioni, le parti interessate potranno comunque contrattare tale detrazione.

Ulteriori informazioni su www.anaepa.it


venerdì 16 settembre 2011

"Confartigianato Imprese Latina": finanziamenti agevolati per il "Piano casa".

Confartigianato Informa….

“Piano Casa Lazio: finanziamenti a privati e PMI”

Pubblichiamo una nota tratta da PMI.it, a cura di Alessandro Vinciarelli su contributi che possono venire erogati a sostegno del “piano casa”. L’ ufficio credito della “Confartigianato Imprese latina” (Tel. 0773.666593 e mail: latina@mail.confartigianato.it) è a disposizione per ulteriori informazioni e per predisporre richieste di finanziamento.

Il Piano Casa apre nuove opportunità di finanziamento per le imprese del Lazio. Sono 100 i milioni di euro stanziati per supportare gli investimenti sul territorio. Da subito operativo il Piano casa varato nella Regione Lazio, che dovrebbe dare ossigeno alle PMI edili del territorio: sarà possibile ampliare la propria abitazione o i locali della propria attività, secondo le regole e le percentuali stabilite dal Piano. Per farlo, privati e imprese del territorio potranno beneficiare dei finanziamenti messi a disposizione della Regione, erogati insieme alla “Banca del Credito cooperativo di Roma”. In particolare, sono stati stanziati 100 milioni nell'ambito del progetto illustrato dalla Presidente Renata Polverini e dal Presidente della citata banca Francesco Liberati nel corso della presentazione dell'iniziativa. Si tratta di finanziamenti finalizzati a supportare due principali forme di credito, il mutuo chirografario senza garanzie e non seguito da ipoteca, e il mutuo fondiario. Il primo può variare temporalmente da 6 a 10 anni a raggiungere un massimo di 70mila euro, mentre il secondo arriva a 25 anni per importo massimo di 200mila euro.

Un esempio consente di comprendere meglio i dettagli del finanziamento: su un credito fondiario di 100mila euro in 10 anni, il Taeg che comprende tutti gli oneri dovuti dal cliente, supera il 5% per il tasso fisso e il 3% per il variabile.

Ovviamente per l'accesso al finanziamento dovrà essere identificato l'immobile, che dovrà quindi essere regolarmente accatastato, e dovrà essere presentata la DIA necessaria per l'avvio e la realizzazione dei lavori per i quali si chiede il supporto economico.

giovedì 15 settembre 2011

La nuova manofra finanziaria.

Manovra Finanziaria 2011-2013: la norma definitiva punto per punto.

Pubblichiamo una nota di PMI.it, a cura di Barbara Weisz, sulla manovra finanziaria appena approvata. La nota è del 9 Settembre scorso. Il testo licenziato dalle Camere potrebbe aver subito ulteriori modifiche ma, l’impianto e i provvedimenti dovrebbero essere gli stessi.

Analisi della Manovra finanziaria bis 2011-2013 con testo definitivo, compresi maxi-emendamento e ddl costituzionali per la riforma delle Province e il pareggio di bilancio: cosa cambia per gli Italiani.

L'iter della manovra finanziaria bis

Il decreto, così come è stato votato nella manovra di Ferragosto dal Consiglio dei Ministri, è stato più volte rivisto. Alla fine, il Governo - in parte sotto la pressione dei mercati e delle istituzioni internazionali, sollecitato anche dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano - ha messo a punto un maxi-emendamento alla manovra finanziaria bis, che ha presentato al Senato chiedendo, e ottenendo, la fiducia: Palazzo Madama ha approvato con 165 voti favorevoli, 141 contrari e tre astenuti.

I numeri della manovra finanziaria

Nella sua formulazione definitiva la manovra finanziaria bis vale 54,265 miliardi nel 2013 (dai 49,866 previsti dal testo del decreto del 13 agosto), e sale a 59,79 miliardi nel 2014. Il 2013 è l'anno in cui è fissato il pareggio di bilancio. In termini di impatto sul deficit, la manovra vale 4,342 miliardi nel 2012, 4,399 nel 2013 e 4,389 nel 2014. Per questo 2011 invece si "limita" a 700 milioni. Una buona parte del gettito arriverà dall'aumento dell'Iva al 21%.

Aumento IVA

L'aliquota IVA passa dall'attuale 20 al 21%: è stato uno dei provvedimenti più sofferti, più volte proposto e accontonato, non presente nell'ipotesi di formulazione iniziale (quando il Governo ha provato a mettere a punto un testo più concentrato sulla lotta all'evasione) ma reintrodotto in tutta fretta e diventato uno dei pilastri del provvedimento. L'inasprimento dell'imposta sul valore aggiunto riguarda quasi tutti i beni e i servizi. Sono esclusi: alimentari, prodotti editoriali, bar, ristoranti, alberghi e alcune operazioni di recupero edilizio. L'Iva italiana diventa così una delle più alte in Europa, dietro a Finlandia, 25%, Grecia e Portogallo, al 23% e al pari di Belgio e Irlanda. In termini di gettito, l'aumento dell'Iva vale intorno ai 4 miliardi ogni anno.

Contributo di solidarietà

Il contributo di solidarietà era stato previsto dalla manovra finanziaria di Ferragosto, poi sembrava destinato a saltare in fase di emendamenti e alla fine è stato inserito nel maxi-emendamento riveduto e corretto: scatta sulla parte eccedente i redditi oltre i 300mila euro nella misura del al 3% (precedentemente riguardava i redditi superiori ai 90mila euro con un prelievo del 5%, che saliva al 10% per la parte superiore ai 150mila euro). per gli stipendi dei dipendenti pubblici e per le pensioni d'oro restano in vigore i tagli previsti dalle versioni precedenti della manovra finanzia (quella dell'anno scorso per i dipendenti pubblici e quella di luglio per le pensioni). In entrambi i casi l'aliquota è del 5% sopra i 90mila euro e del 10% sopra i 150mila. Si calcola che il contributo di solidarietà, che si applica nel 2012 e nel 2013, riguardi una platea di circa 34mila contribuenti (il 53% dipendenti del settore privato, l'8,5% dipendenti pubblici e il 34% lavoratori autonomi), per un gettito intorno ai 200 milioni di euro.

Tagli su redditi e indennità dei parlamentari

Le indennità dei parlamentari vengono tagliate del 10% sopra i 90mila euro e del 20% oltre i 150mila euro, ma solo per tre anni: dal 2011 al 2013. Era invece previsto che il taglio fosse permanente. Ma non è l'unico sconto che i parlamentari si sono regalati: dal testo definitivo è sparita l'ipotesi di dimezzare le indennità di deputati e senatori che continuano anche a svolgere altri lavori. La norma severa sull'incompatibilità degli incarichi, infatti, è stata sostituita con una ben più leggera riduzione del 20% sopra i 90mila euro e del 40% sopra i 150mila sul reddito complessivo. Tra l'altro, la carica parlamentare non è più incompatibile con tutti gli altri incarichi pubblici ma solo con quelli in enti locali superiori ai 5mila abitanti e per le cariche non elettive. Tanto per dire, un deputato o un senatore può continuare a fare il sindaco di un piccolo comune o l'assessore in qualsiasi amministrazione locale.

TFR, tredicesima e festività

In tema di retribuzioni, vale la pena di sottolinea che sono saltate le norme che prevedevano il differimento della tredicesima per i dipendenti pubblici, che quindi resta salva. Resta invece lo slittamento di due anni del pagamento della liquidazione ai dipendenti pubblici che vanno in pensione anticipata. Infine, si salvano dall'accorpamento delle festività non religiose il primo maggio, il 25 aprile e il 2 giugno.

Riforma pensioni

Anche in tema di riforma delle pensioni, al termine di una girandola di proposte avanzate e rientrate, il testo finale della manovra finanziaria prevede l'anticipo al 2014 per l'entrata in vigore dei 65 anni per l'età pensionabile delle donne nel settore privato. Il provvedimento prevede degli scaglioni (a pieno regime nel 2026): si parte nel 2014 con l'aumento dell'età minima di un mese (quindi 60 anni e un mese), si procede con due mesi nel 2015, tre nel 2016 e così via fino al 2020, da quando invece gli scatti diventano semestrali. Questa norma ha effetto sul lungo periodo, ma non porta gettito in tempi brevi. I primi risparmi si realizzano nel 2014, per un totale di 112 milioni.

Contratti aziendali e licenziamenti

Una delle norme più contestate, contenuta nell'ormai famoso articolo 8 della manovra finanziaria, ed è stata confermata dal testo finale. Prevede che si possano stipulare contratti di lavoro aziendali, in deroga a quelli nazionali e alle leggi, anche in materia di licenziamenti. Questo significa che viene messo in discussione l'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori che tutela i dipendenti delle aziende con più di 15 dipendenti. La norma prevede che i contratti aziendali vadano controfirmati da sindacati rappresentativi a livello nazionale. Restano escluse dalla possibilità di deroga le donne in maternità. L'articolo 8 è stato, fra le altre cose, al centro della piattaforma dello sciopero generale indetto il 6 settembre dalla Cgil contro la manovra finanziaria bis. Il sindacato minaccia di ricorrere alla Corte Costituzionale.

Tagli al settore pubblico

Un capitolo molto caldo, che ad esempio prevede anche l'abolizione delle Province attraverso una legge costituzionale (così come è previsto di introdurre nella Costituzione l'obbligo del pareggio di bilaccio). Il CdM ha già votato favorevolmente per la modifica della Carta costituzionale in questo senso. I Ministeri dovranno ridurre la spesa di 6 miliardi nel 2012 e di altri 2,5 miliardi nel 2013. Sommando queste riduzione a quelle dei mesi e degli anni scorsi, la sforbiciata sarà pari a 11,5 miliardi nel 2012 e a oltre 7 miliardi nel 2013 e nel 2014. I tagli agli enti locali, di molto ridimensionati rispetto alla prima versione della manovra finanziaria, sono pari a 6 miliardi nel 2012 e 3,2 miliardi nel 2013. Sommati alle misure precedenti, le amministrazioni avranno 6,5 miliardi in meno nel 2012, 9 nel 2013 ed 11,4 nel 2014. Un pò di sollievo ai conti degli enti locali potrà arrivare dal gettito della Robin Hood Tax, che sarà loro destinato al 100%.

Le misure per le aziende

Sono sostanzialmente due quelle rilevanti. La prima è proprio la Robin Hood Tax, che si applica alle imprese del settore dell'Energia. Si tratta di un aumento IRES dal 6,5 al 10,5% e si applica anche alle società impegnate nella produzione di energie rinnovabili. Si prevede un gettito di 1,8 miliardi nel 2012 e di 900 milioni nei due anni successivi. La seconda novità riguarda le cooperative, alle quali vengono ridotte le agevolazioni (aumentano le tasse). Si riduce del 10% l'esclusione del reddito imponibile, che passa dal 55% al 65% per le cooperative di consumo e i consorzi e dal 30 al 40% per le altre cooperative. Per le cooperative a mutualità prevalente, per cui l'esclusione era al 100%, si passa al 90%.

Le misure anti-evasione

Una riformulazione della manovra finanziaria puntava sulla stretta all'evasione, ma le misure sono state poi mitigate. Inizialmente era stato previsto il carcere per chi evade più di 3 milioni di euro, poi è stato aggiunto che le manette scattano, sempre sopra questa cifra, solo nel caso in cui l'imposta evasa sia superiore al 30% del fatturato. In generale, comunque, c'è una stretta tributaria che abbassa le soglie di punibilità e aumenta i termini di prescrizione, fino a 15 anni da quando il reato è stato commesso. C'è quindi più tempo per perseguire chi commette questi reati. Vengono cancellate le attenuanti per fatture sulle operazioni inesistenti di importo superiore ai 150mila euro. Abbassate anche le soglie per la dichiarazione infedele, a 50mila euro, e per quella omessa, sempre per un'evasione pari almeno a 50mila euro. Contro l'evasione i Comuni avranno più potere e potranno tenersi il 100% del gettito recuperato. Infine è confermata la stretta sulle società di comodo, con un Ires maggiorata del 10%.

Il bonus bebè

Chi lo ha ricevuto indebitamente in base alla Finanziaria 2006 (famiglie sotto i 50mila euro) non rischia sanzioni penali e amministrative se restituisce i mille euro percepiti entro il termine di 90 giorni dal varo della manovra.

Le riforme della PA

E' previsto l'accorpamento degli enti previdenziali pubblici, per la formazione di una SuperInps. Entro l'anno prossimo sarà anche varata una riforma dell'assistenza (assegni di invalidità, pensioni di reversibilità) che dovrà portare a un taglio della spesa di 4 miliardi nel 2012, 12 nel 2013 e 20 miliardi nel 2014. Se la riforma non dovesse raggiungere questo obiettivo, scatterà un taglio lineare di tutte le agevolazioni fiscali. Infine, la norma sui piccoli comuni. Il testo del decreto di Ferrogosto prevedeva la soppressione di quelli sotto i mille abitanti, che invece restano ma vengono accorpati. Sparisce la giunta, avranno solo il sindaco e sei consiglieri.