sabato 27 aprile 2013

Confartigianato Latina: RETE IMPRESE ITALIA AL GOVERNO, AL PARLAMENTO E ALLA POLITICA



Appello aperto alla sottoscrizione degli amministratori e
degli imprenditori su tutto il territorio nazionale


"Confartigianato Latina":
RETE IMPRESE ITALIA AL GOVERNO, AL PARLAMENTO E ALLA POLITICA “ADESSO TOCCA A VOI!”


Il protrarsi della recessione sta riducendo allo stremo le imprese del terziario di mercato, dell’artigianato e l’impresa diffusa che vivono sulla propria pelle il peso insostenibile dell’eccessiva pressione fiscale, del crollo dei consumi senza precedenti, del difficile e costoso accesso al credito, dell’annosa questione della riscossione dei crediti vantati nei confronti della P.A.



Proseguendo nella linea di forte denuncia della drammaticità della situazione per le Pmi, culminata nella Giornata di Mobilitazione del 28 gennaio scorso, il prossimo 9 maggio Rete Imprese Italia presenterà nell’ambito dell’Assemblea 2013 il Manifesto “Adesso tocca a voi!”.

L’appello al Governo, al Parlamento e alla politica ad agire immediatamente con misure concrete a sostegno della crescita e dell’economia reale è aperto alla sottoscrizione degli amministratori e degli imprenditori su tutto il territorio nazionale.

I risultati dell’Iniziativa e della raccolta firme verranno presentati il giorno dell’Assemblea.



“La crisi – si legge nel Manifesto – sta cancellando la parte più vitale del nostro sistema produttivo. Nel 2013, 26,6 miliardi in meno di Pil, 22,8 miliardi in meno di consumi, 249 mila chiusure delle attività commerciali e dell’artigianato”.



“La ripresa – si sottolinea nell’appello - diventa un miraggio, gli imprenditori hanno perso la pazienza e stanno perdendo la speranza. Ma il destino non è segnato. Le imprese dell’artigianato, del terziario di mercato e l’impresa diffusa, che nel nostro Paese producono il 58% del Pil e danno lavoro al 62% degli occupati, non ci stanno. Reagire alla crisi si deve e si può”.



“Le nostre imprese – conclude il Manifesto di Rete Imprese Italia invitando il Governo, il Parlamento e la politica a fare la propria parte – hanno fatto tutto il possibile: adesso tocca a voi!”

martedì 23 aprile 2013

Confartigianato informa...I bandi per le imprese ancora aperti.

  IMPRESE: I BANDI ANCORA APERTI....

Di seguito pubblichiamo l'elenco dei bandi anmcora aperti.  Per ulteriori informazioni e assistenza ai bandi, gli Uffici della Confartigianato Imprese Latina sono a disposizione. Contattare il numero tel. 0773.666593 di Latina, Ufficio finanziamenti agevolati.



- POR FESR Lazio 2007-2013 - Misure per favorire l'accesso delle imprese regionali al Programma Quadro di Ricerca e Sviluppo dell'Ue (VII PQ). 

- POR FESR Lazio 2007-2013 - 'Insieme X vincere': mette a disposizione delle imprese del Lazio 50 milioni di euro a fondo perduto, con l'obiettivo di incentivare la condivisione di conoscenze, la razionalizzazione dei costi, la capacità di innovazione. 

POR FSE 2007-2013: Avviso pubblico "Incentivi alla creazione di impresa per la promozione dell'occupazione". 

- POR FESR Lazio 2007-2013 - Open Data per le Pmi e gli Enti locali: due avvisi pubblici per lo sviluppo di progetti e servizi a partire dagli “Open Data”, le informazioni e i dati che possono essere riutilizzati, pubblicati e manipolati liberamente da tutti. 

 - POR FESR Lazio 2007-2013: quattro bandi per progetti ad alto contenuto innovativo di Pmi e microimprese laziali.  

- POR FESR Lazio 2007-2013 - Fondo Capitale di rischio:  investimenti preferenziali a favore delle start up e delle imprese innovative. 

- Generazione lavoro - Incentivi alla creazione di impresa: la Regione Lazio incentiva l'autoimpiego di lavoratori sul territorio laziale, per progetti di start up d'impresa o progetti di partecipazioni in imprese già esistenti.

- L.R. 10/06 - Fondo per il microcredito: sostegno a microimprese, crediti di emergenza a persone fisiche e  sostegno a persone sottoposte a esecuzione penale

- L.R. 2/85 - Assistenza tecnico-finanziaria a favore delle Pmi del Lazio : prevede interventi finanziari nel capitale di rischio delle Pmi operanti nei settori ad alta tecnologia e/o nella cosiddetta 'nuova economia'. 

da PMI.it

sabato 6 aprile 2013

LAVORO: RAPPORTO CONFARTIGIANATO




LAVORO: RAPPORTO CONFARTIGIANATO

‘Effetto Fornero’ sull’occupazione:  da luglio 2012 a gennaio 2013 persi 1.641 occupati al giorno. In 6 mesi l’occupazione cala dell’1,3%, dato peggiore degli ultimi 9 anni


Nel secondo semestre 2012 l’occupazione in Italia ha subito un crollo senza precedenti.
Lo registra un rapporto di Confartigianato nazionale, secondo il quale tra luglio 2012 (mese in cui è entrata in vigore la riforma del mercato del lavoro, la legge 192/20912, firmata dal Ministro Fornero) a gennaio 2013, il numero dei disoccupati è aumentato di 268.000 unità e l’occupazione è calata dell’1,3%, pari a 1.641 occupati in meno al giorno, il valore più basso degli ultimi 9 anni. Contemporaneamente il tasso di disoccupazione è aumentato dell’1,1%, vale a dire più del doppio rispetto al + 0,5% registrato nei Paesi dell’Eurozona.
Nel primo semestre di applicazione, la legge Fornero sembra aver influito sull’andamento di alcune forme contrattuali: le assunzioni a tempo intermittente sono diminuite del 37,4% rispetto al secondo semestre 2011 e i contratti di lavoro a tempo parasubordinato sono calati del 15,3%. Complessivamente le due tipologie di contratto hanno fatto registrare un calo del 24,4% rispetto al secondo semestre del 2011.
In diminuzione anche le assunzioni di lavoratori dipendenti, con un -4,4% rispetto al secondo semestre 2011.
Segno negativo anche per gli apprendisti che a fine 2012 fanno registrare una diminuzione del 6,5% rispetto all’anno precedente.
Stessa sorte per i lavoratori in proprio senza dipendenti, diminuiti del 3,2% nel corso del 2012, e per i collaboratori, in flessione del 4,8%.
Il rapporto di Confartigianato rileva che non vi è stato ‘passaggio’ da occupazione a tempo parziale a occupazione a tempo pieno. Al contrario mentre gli occupati a tempo pieno sono diminuiti del 2,2%, i lavoratori a tempo parziale sono aumentati del 9,7%.
Cala l’occupazione, ma cresce il costo del lavoro. Secondo Confartigianato, nel decennio che va dal terzo trimestre 2002 al terzo trimestre 2012, il costo del lavoro per unità di prodotto è aumentato del 24,8%, vale a dire 7,8 punti in più rispetto all’aumento del 17% registrato nell’Eurozona. E all’interno di questo record negativo, l’Italia fa segnare l’altro primato poco invidiabile che riguarda la tassazione dei salari: nel nostro Paese il cuneo fiscale sul costo del lavoro di un dipendente single senza figli con retribuzione media è pari al 47,6%, un livello superiore di 12,3 punti rispetto alla media del 35,3% rilevata nei Paesi dell’Ocse.
“Le nostre rilevazioni – sottolinea il Presidente nazionale di Confartigianato Giorgio Merletti – confermano quanto avevamo temuto e denunciato: la riforma Fornero ha  frenato la propensione ad assumere e ad utilizzare contratti flessibili, ha aumentato il costo dell’apprendistato e dei contratti a tempo determinato, senza peraltro alcuna riduzione del costo del lavoro dei cosiddetti contratti standard. Ed ha ulteriormente complicato la normativa sul lavoro. Insomma, tutto il contrario rispetto a ciò che serve, soprattutto in tempi di crisi, vale a dire la diminuzione del costo del lavoro, a cominciare proprio dall'apprendistato e dai contratti a termine, la drastica  riduzione e semplificazione delle leggi sul lavoro, affidando alla contrattazione collettiva il compito di disciplinare il dettaglio dei rapporti di lavoro. Con la disoccupazione giovanile che sta veleggiando al 40%, bisogna incrementare le occasioni di lavoro, non ridurle”.



martedì 2 aprile 2013

Fonti rinnovabili/57.000 impiantisti rischiano lo stop dell’attività dal 1° agosto



Fonti rinnovabili/57.000 impiantisti rischiano lo stop dell’attività dal 1° agosto

Allarme di "Confartigianato": Modificare subito il decreto legislativo 28/11

Un’altra legge contro l’occupazione. Dal 1° agosto potrebbero trovarsi senza lavoro molti dei 57.000 installatori di impianti che operano nel settore dell’energia da fonti rinnovabili: fotovoltaico, a biomasse, solare termico, pompe di calore e geotermia.
E’ il destino che li attende in base al decreto legislativo 28/11 che recepisce una direttiva europea e impone, quale requisito per poter effettuare interventi di installazione nel settore delle rinnovabili, percorsi di qualificazione professionale per i responsabili tecnici delle aziende (titolari e dipendenti).
Ma, mentre per i laureati e i diplomati agli istituti tecnici la legge non prevede obblighi di formazione, e per i diplomati di scuola professionale impone un corso di 80 ore, non c’è alcun riferimento a titolari e dipendenti in possesso del titolo di studio della scuola dell’obbligo e dell’esperienza maturata in anni di lavoro.
In pratica a questi imprenditori si nega sia il riconoscimento delle competenze acquisite sia la possibilità di svolgere corsi di aggiornamento professionale. Per la legge è come se non esistessero.
“Si tratta di una disposizione assurda, inaccettabile e discriminatoria – denuncia il Presidente nazionale di Confartigianato Impianti Giovanni Barzaghi – che impedisce di lavorare a migliaia di imprenditori che da anni svolgono con competenza la propria attività”.
“Soprattutto in questo momento di crisi – aggiunge Luca Falco, Delegato nazioanle all’energia di Confartigianato – una norma come questa si abbatte come una mannaia sulle imprese e sui lavoratori del settore installazione impianti. Tutto il contrario di quanto servirebbe sia per favorire l’occupazione sia per contribuire a sviluppare il settore delle energie rinnovabili”.
Confartigianato Impianti è intervenuta presso il Ministero dello Sviluppo Economico per sollecitare la modifica della legge “che – sottolinea  il Presidente Barzaghi – presenta profili di incostituzionalità poichè crea una barriera ingiustificata all’attività imprenditoriale, finendo per estromettere dal mercato migliaia di aziende. Chiediamo che nel decreto legislativo vengano salvaguardati i diritti acquisiti (previsti dal Decreto Ministeriale 37/08) degli installatori di impianti, non laureati o diplomati, che operano da anni sul mercato. Siamo pronti a far sentire la nostra voce in tutte le sedi istituzionali per difendere il diritto dei nostri imprenditori a lavorare”.